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Conferma del sequel: Creatore "The Last of Us" rompe il silenzio

Authore: PatrickAggiornamento:Feb 21,2025

Al vertice dei dadi di Las Vegas, Neil Druckmann di Naughty Dog e Cory Barlog di Sony Santa Monica hanno discusso del tema pervasivo del dubbio nello sviluppo del gioco. La loro conversazione di un'ora ha coperto il dubbio, riconoscendo idee praticabili e le sfide dello sviluppo del personaggio in più giochi.

Druckmann ha sorprendentemente rivelato di non pianificare sequel in anticipo. Si concentra intensamente sull'attuale progetto, avvicinandosi a ogni gioco come se potesse essere il suo ultimo. Eventuali idee sequel che si presentano sono integrate nel presente gioco, piuttosto che salvate per rate future. Ha illustrato questo approccio con la serie Last of US , sottolineando che considera solo le possibilità di sequel dopo aver completato un gioco, valutando elementi irrisolti e potenziali archi di carattere. Se non emerge alcuna direzione avvincente, è persino scherzato sul semplice porre fine alla storia di un personaggio. Il suo approccio a Uncharted , spiegò, prevedeva di capire retrospettivamente la direzione di ogni sequel, chiedendo costantemente come evitare la ripetizione ed esplorare nuove strade per i personaggi. Se non viene trovata una nuova direzione, la domanda diventa se è il personaggio o il gioco giusto per continuare.

Neil Druckmann

Barlog, al contrario, ha ammesso un processo di pianificazione a lungo termine molto più elaborato, collegando i progetti attuali alle idee concepite anni prima. Pur riconoscendo lo stress intrinseco e il potenziale per l'interruzione di squadre e prospettive mutevoli, trova immensa soddisfazione nel realizzare queste visioni a lungo termine.

La discussione ha anche toccato il pedaggio emotivo dello sviluppo del gioco. Druckmann ha condiviso un aneddoto su Pedro Pascal, che ha descritto il processo creativo come "il motivo per svegliarsi al mattino", evidenziando la passione nonostante l'immensa pressione e negatività che possono accompagnarlo. Ha sottolineato il suo amore per i giochi e le squadre di talento con cui lavora come forza trainante dietro il suo continuo coinvolgimento.

Cory Barlog

Druckmann ha quindi posto una domanda a Barlog in merito al punto in cui la spinta implacabile per creare diventa "abbastanza". La candida risposta di Barlog ha descritto il ciclo infinito di ambizione, in cui il completamento di un progetto innesca immediatamente il perseguimento del prossimo, anche prima di apprezzare pienamente il risultato. Lo ha descritto come un "demone di ossessione" che gli impedisce di assaporare il successo.

Druckmann ha fatto eco a questo sentimento, ma con una prospettiva più misurata, menzionando la sua intenzione di ridurre gradualmente il suo coinvolgimento quotidiano, creando opportunità per gli altri di intensificare e guidare. Barlog, in un contrappunto umoristico, dichiarò scherzosamente la sua intenzione di ritirarsi.